giovedì 11 giugno 2020

STEP #25, "Chiusura"

Quante volte ci siamo sentiti dire “ogni cosa ha un inizio e una fine”. Stavolta la fine è arrivata anche per il percorso intrapreso in questo blog, che proverò a riassumere in qualche riga.

Come in qualsiasi ambito della vita, è sempre bene sapere di cosa si parla, conoscere il significato delle parole che si usano e si studiano, per capire da dove vengono e dove si vuole arrivare con esse, considerando anche la prospettiva globale della civiltà in cui viviamo oggigiorno, che impone di relativizzare il significato che diamo a ogni parola, perché magari per altre culture essa potrebbe avere altre accezioni o origini. Altra cosa giusta è avere un ordine mentale, e grazie alle mappe concettuali e agli abbecedari possiamo chiarirci qualsiasi ulteriore dubbio.

Prima di iniziare il vero e proprio viaggio nel tempo è utile andare a cercare come la nostra azione viene utilizzata nei vari ambiti della conoscenza: se in ambito mitologico essa è uno dei punti cardine della nascita della specie umana, in ambito poetico il catalogo diventa autore di se stesso, mente nella letteratura diventa un’arma che confonde gli uomini per la sua complessità, arrivando sino a spaventare gruppi di potenti per quello che può contenere, come nel film proposto. Nelle arti figurative il contenuto del catalogo è esso stesso soggetto dell'opera. Si ribalta la situazione quando è lo stesso catalogo a “servirsi” della scienza, quella della catalogazione, che attraverso criteri e norme teorizzate da vari esperti (Panizzi, Lubetzky, Dewey) si rende sempre più versatile, proiettandosi sempre più da un presente in cui ha ripreso forza grazie a internet a un futuro radioso, si spera costellato di nuove invenzioni.

Se si parla di futuro è necessario parlare anche di passato. Si è partiti dall'origine, ancora non del tutto certa, riconducibile forse già alle prime attestazioni di parola scritta, addirittura antecedenti all’arrivo del materiale che definisce per eccellenza il catalogo, la carta: nei primi periodi i cataloghi erano infatti scritti su tavole o pergamene. Si è passati poi a osservare le numerose diramazioni nei campi del sapere che il catalogo prese prima del Rinascimento, per poi fiorire grazie all’esplosione delle scienze, delle arti, e del commercio. Per concludere il viaggio, si è potuta capire l’attuale formula di catalogazione delle opere, stilata solo a metà del Novecento, ma già largamente teorizzata a partire dall’Ottocento.

Una volta avuta una panoramica dell’azione, è stato possibile e approfondire la sua vera essenza, partendo dalle regolamentazioni e tutele legali che essa ha per poi apprezzare appieno le geniali applicazioni che sono state fatte della catalogazione, dalla conoscenza all’onirico, passando per l'attuale situazione sanitaria, dal mondo del commercio all’astronomia, dal design alla semplificazione della vita quotidiana, sino alla sua presenza nelle colonne della cronaca e gli effetti non sempre positivi sulle persone.

Per concludere, vorrei semplicemente ringraziare chi legge, con la speranza che, come sognato in apertura, la lettura di questo piccolo spazio sia un momento di crescita personale e culturale.

Grazie, Andrea.


P.S. Non so come voi vi siate immaginati l'azione del catalogare, ma io ho provato a rappresentarla così.

domenica 7 giugno 2020

APPROFONDIMENTO - "Arcobaleno"

Cosa sarebbe il mondo senza colori? Domanda complessa, alla quale però non abbiamo bisogno di rispondere: il genere umano ha la fortuna di poter percepire circa 10 milioni di tonalità differenti.

Ma come si può fare, in un mondo in cui tutto è regolamentato, a ordinare e standardizzare i colori?
A questo ha pensato l'azienda statunitense Pantone, l'organismo universalmente riconosciuto per la definizione e catalogazione delle tonalità cromatiche.
I colori vengono classificati e tradotti per il linguaggio di stampa CMYK (ciano, magenta, giallo e nero) e poi inseriti nelle note mazzette, quelle presenti in ogni tappezzeria o rivendita di vernici, dei veri e propri cataloghi delle varie tonalità tra le quali può scegliere un cliente. Ogni tonalità è corredata da un codice univoco che la contraddistingue, il quale parte dalla composizione dell'inchiostro in fase di stampa.

Classic Blue, il colore scelto da Pantone per il 2020

Sitografia:
https://www.rizzoli.it/blog/senza-categoria/benvenuti-nel-mondo-del-pantone-ed-i-suoi-colori/
https://store.pantone.com/it/it/articles/spiegazione-della-numerazione-pantone.html

mercoledì 3 giugno 2020

APPROFONDIMENTO - "Tool"

In ogni casa c'è almeno un libro. Ma come si può fare quando il libro non è più uno ma una quantità enorme? come poter riordinare vecchie librerie polverose, dando loro uno schema intuitivo per tenere traccia di tutte le storie, il sapere e le bellezze contenute tra le pagine?

Come in molti ambiti della vita, è la tecnologia a venirci incontro: grazie all'applicazione CLZ Books, attualmente disponibile per ios e Android ma purtroppo solo in inglese e a pagamento, permette di riordinare la propria libreria e ottenere un vero e proprio "catalogo" di quest'ultima, correlato da molteplici informazioni, tutte collegate fra loro dai più moderni metodi di catalogazione.

Schermata pubblicitaria dell'applicazione

Download CLZ Books ios
Download CLZ Books Android

lunedì 1 giugno 2020

STEP #22, "Non troppo lontano"

Chi non ha mai sognato un'invenzione che potrebbe rivoluzionare il mondo ma che è ancora troppo futuristica per essere realizzata nell'immediato?
Anche quando si parla di catalogare è possibile spingere la propria immaginazione per migliorare quella che è a tutti gli effetti un'azione basilare per il progresso della stessa tecnologia.

Si potrebbe pensare a un macchinario, una sorta di scanner rapido, magari da incorporare direttamente in un cellulare o in uno smartwatch, che in pochi millisecondi di scansione rilevasse contenuto, genere, autore, data di produzione e lingua di qualsiasi libro scritto nella storia dell'umanità e lo raggruppasse in formato digitale in un'enorme database mondiale, unico e fruibile a qualsiasi utente, il quale potrebbe trovare ciò che gli serve digitando alcune semplici parole chiave o estratti dell'opera sulla pagina internet del database.
Si potrebbe dotare di questo scanner qualsiasi persona sia interessata a partecipare alla raccolta di dati, con il riconoscimento di crediti spendibili nella stessa piattaforma con il fine di acquistare libri.

L'unico requisito tecnico necessario sarebbe la presenza nel dispositivo di uno scanner (Flashscanner) ultra rapido, capace attraverso la rilevazione di inchiostro e la posizione in un adeguato modello 3D del libro chiuso di scansionare per intero il testo in pochi millisecondi e di convertirlo in un formato digitale criptato, interno alla piattaforma di condivisione

Si potrebbe implementare anche una funzione di condivisione di libri, in modo che chiunque possa aprire al mondo la propria biblioteca privata, senza venir meno ovviamente al pagamento dei diritti d'autore

La finalità di questa invenzione sarebbe quella di digitalizzare e conservare tutto lo scibile umano, preservandolo da intemperie, guerre e interessi personali.

venerdì 29 maggio 2020

STEP #21, "Tutelato"

L'evoluzione della tecnica umana è sempre stata frutto di miglioramenti di un qualcosa che c'era prima, ma senza copiare. A protezione dell'originalità delle scoperte fu sviluppato il brevetto, che permette di reclamare e proteggere la proprietà intellettuale di qualcosa che si è inventato.

Per la catalogazione sono stati sviluppati tanti brevetti, molti dei quali raccolti sul sito Google Patents: uno dei più utili e innovativi è il brevetto dal codice US7013290B2, registrato il 27 luglio 2002 negli Stati Uniti. Il brevetto, ad opera di John Allen Ananian, descrive un catalogo digitale aggiornato in diretta dei rifornimenti di vari negozi, che permette ai clienti finali tanto quanto agli esercenti di orientarsi in base alle esigenze e alla disponibilità, permettendo anche l'acquisto con rilascio di ricevuta, per poi ritirare l'articolo in un secondo momento.

Leggendo questo brevetto a distanza di 18 anni, l'idea sembra quasi profetica della formula "ordina ora e ritira in negozio" proposta da vari siti di catene di vendita al dettaglio, soprattutto di elettronica e libri, i quali permettono anche di controllare in tempo reale la disponibilità di un certo articolo nei vari negozi della compagnia.

STEP #20, "Materia"

Con quale materiale si può identificare la catalogazione? Senza timore di smentita, è semplice riconoscere nella carta il supporto ormail millenario per i cataloghi.

Una volta abbandonata la scrittura su argilla e pergamena comuni nei periodi in cui la catalogazione era ancora in fase embrionale, qualsiasi catalogo della restante (e florida) parte della storia della catalogazione è stato redatto su carta, inizialmente scritta a mano e poi, negli ultimi secoli, stampata, per accrescere ancora di più l'universalità e l'ordine del catalogo, svincolatosi dai problemi della scrittura a mano, quali differenze di calligrafia e imprecisioni.

Nel futuro la carta continuerà ad essere il supporto privilegiato per i cataloghi? Personalmente ne dubito, ormai il digitale sta stravolgendo il ruolo del supporto fisico per la scrittura e l'immagazinamento dei dati, relegando la carta a ruoli più marginali ma, almeno nel breve periodo, ancora insostituibili del tutto.

Catalogo storico della nota produttrice di orologi Rolex, stampato su carta lucida

mercoledì 27 maggio 2020

STEP #19, "Una scienza"

La catalogazione si basa su un metodo scientifico e metodico di organizzazione degli articoli. Questo metodo, come spiegato nella pagina web Teknoring, può arrivare ad essere definito come una vera e propria scienza:

"L’atto scientifico della catalogazione è da intendersi, dunque, come raccolta organizzata, registrazione, descrizione e classificazione del maggior numero di informazioni su ogni tipologia di bene culturale, che consente un sistematico rilevamento dei beni presenti sul territorio nazionale, sia di proprietà del demanio o di enti pubblici o ecclesiastici, che di proprietà privata."

Dalla definizione data si evince che, per le sue caratteristiche di organizzazione e la metodicità nello studio preliminare nella stessa, la catalogazione può essere intesa come una vera e propria scienza. 

martedì 26 maggio 2020

STEP #18, "Cronaca"

Il catalogo, essendo un oggetto di uso comune, appare spesso nella cronaca giornalistica.
Di seguito, viene riportato un articolo del giornale Reoubblica del 25 aprile 2020, in cui si parla dell'iniziativa di quattro musei britannici di rendere fruibili online e gratuitamente i loro cataloghi, con tanto di interviste ai protagonisti e approfondimenti.

https://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2020/04/25/benvenuti-alla-tate-il-catalogo-e-questoRobinson29.html?ref=search

lunedì 25 maggio 2020

APPROFONDIMENTO - "Database di sogni"

I sogni sono da sempre argomento di studio di tutte le più grandi menti umane. Ritenuti premonitori, vizi della mente, o precise indicazioni sulla psiche come teorizzò Sigmund Freud, essi sono un elemento onnipresente nella nostra vita: nessuno può dire di non aver mai fatto un sogno.

Nel XXI secolo anche l'analisi di un sogno si è evoluta: grazie alla piattaforma Dreamboard, ogni persona può raccontare un sogno fatto che, grazie all'algoritmo di catalogazione in varie macroaree e successive sottocategorie sviluppato dal professor Bruno Bara dell'Università di Torino, viene inserito in un database contenente più di 164.000 sogni, contribuendo alla ricerca sull'interpretazione e la ricorrenza dei sogni, come quasi un prosieguo moderno della somma opera di Freud.

Schermata iniziale della pagina Dreamboard

Sitografia:
https://www.wired.it/internet/web/2013/11/29/dreamboard-il-database-online-dei-sogni/?refresh_ce=

mercoledì 20 maggio 2020

STEP #17, "Alfabetico"

Si riporta di seguito una lista di parole correlate alla catalogazione, una per ogni (o quasi) lettera dell'alfabeto

A come  (catalogo) artistico
come   biblioteca
come   catalogo SBN
come   Dewey
come   Editto Pacca
come   Historia Coelestis Britannica
come   Libro delle stelle fisse
come  Montgomery Aaron
come   Nomenclatura di Flamsteed
come   ordine alfabetico
come    Panizzi Antonio
come   (catalogo) ragionato
come    (catalogo) stellare
come   Tolomeo il Filadelfo
come   Umberto Eco

sabato 16 maggio 2020

STEP #16, "Testimonial"

Anche nella catalogazione, come in tante attività umane, si possono trovare persone che rappresentino al meglio l'argomento di interesse, riuscendo a diventare anche modelli per chi volesse seguire i loro passi.
Il testimonial scelto per la catalogazione è Antonio Panizzi, un bibliotecario e bibliografo italiano (nonché senatore del Regno d'Italia) del XIX secolo. Nel 1856 divenne direttore del British Museum di Londra, ma il suo contributo più grande alla catalogazione fu reso pubblico nel 1841, quando insieme a dei suoi colleghi britannici pubblicò 91 Regole per la compilazione del catalogo, che rappresentò la prima teorizzazione rigorosa del metodo di classificazione dei libri.

Panizzi realizzò per la catalogazione una rivoluzione simile a quella galileiana per la scienza, trasformando una pratica empirica e limitata alla bravura del bibliotecario inn un metodo scientifico, schematico e rigoroso, che non facesse distinzioni sulla biblioteca in cui ci si trovava o sul parere personale del bibliotecario.


Prima pagina delle 91 Regole
Antonio Panizzi (1797-1879)





















Sitografia:
Panizzi e le 91 regole: http://www.historyofinformation.com/detail.php?entryid=2426
Antonio Panizzi: https://www.migrer.org/storie/antonio-panizzi/

venerdì 15 maggio 2020

STEP #15, "Nel Novecento"

Nel "Secolo Breve" ci furono svariati cambi nella società, e uno di essi implicò direttamente la catalogazione.

Con la stesura dei Princìpi di Parigi nel 1961, l'IFLA (Federazione Internazionale delle Associazioni e Istituzioni Bibliotecarie) decise dei criteri universali per la catalogazione delle opere.
Il contenuto e le finalità del testo si possono riassumere in 12 punti cruciali:
  1. Scopo della definizione dei Principi (introduzione)
  2. Funzioni del catalogo 
  3. Struttura del catalogo
  4. Tipi di schede (schede principali, aggiuntive, ecc.)
  5. Uso di più schede (casi di ambiguità di dati)
  6. Funzione dei diversi tipi di schede 
  7. Scelta dell'intestazione uniforme (criterio uniforme per definire dati di eguale provenienza)
  8. Opere di un solo autore (riconoscibilità di un autore)
  9. Schede sotto enti (opere che, nonostante firmate, vanno ricondotti a enti comunitari)
  10. Più autori (riconoscimento dell'autore principale)
  11. Opere schedate sotto il titolo (opere con autore incerto o con tre o più autori di cui nessuno principale
  12. Parola d'ordine per i nomi di persona (uso di una sola versione di un nome, evitando traslitterazioni e traduzioni)

Seymour Lubeztky, coordinatore della Conferenza di Parigi del 1961



domenica 10 maggio 2020

APPROFONDIMENTO - "Mal d'archivio"

Nel saggio "Mal d'archivio: un'impressione freudiana" di Jacques Derrida viene evidenziato un problema della moderna società digitale: la cosiddetta archive fever.
Negli ultimi decenni, si è passati da l'accumulo di informazioni da parte di enti qualificati e preparati alla possibilità per chiunque sia dotato di un PC o di uno smartphone di accumulare foto, documenti, informazioni e dati. Tutto d'un tratto la società si è trasformata in un enorme gruppo di accumulatori seriali, più o meno legittimi, convinti di poter riordinare e accatastare tutto ciò che vogliono, generando un'enorme mole di dati, spesso insignificanti o scollegati fra loro, che gravano sulle spalle di chi agisce in questo modo e chi viene influenzato da questi individui.
Scollegandosi dall'aspetto prettamente legato alla catalogazione, si può anche dedurre che questa "perdita di legittimità" di chi accumula e ordina dati per vie ufficiali possa aver contribuito in qualche modo all'ascesa delle teorie complottistiche e delle fake news, spesso supportate da dati fasulli o privi di collegamento logico tra loro, uniti da legami forzosi e viziati più che altro dalla necessità di fare notizia o di screditare qualcuno, piuttosto che raccontare la verità.   

Copertina del saggio di Jacques Derrida


Sitografia:

sabato 9 maggio 2020

STEP #14, "Nell'Ottocento"

L'Ottocento è stato per il mondo un secolo tumultuoso e ricco di avvenimenti. Non è stato da meno il catalogo, che per la prima volta è arrivato a una diffusione ampia e capillare.

Dopo le guerre napoleoniche, vari stati avvertirono la necessità di istituire cataloghi ufficiali per le proprie opere d'arte, in modo da evitare che venissero trafugate da altri paesi nemici. Il primo stato italiano a farlo fu lo Stato Vaticano, nel 1820, attraverso l'Editto Pacca, che sarà d'ispirazione per il neonato Stato Italiano, che nel 1870 fece in modo che tutti gli enti museali, gallerie, e altri organi stilassero i cataloghi delle loro opere e li consegnassero alle Prefetture, facendo sì che lo Stato avesse il pieno controllo dei beni culturali custoditi.

Sempre nel XIX secolo il catalogo divenne uno strumento di mercato: come si è già parlato nell'approfondimento sui cataloghi commerciali, nella seconda metà del secolo si svilupparono i cataloghi di vendite, prima in Inghilterra per meno di alcuni artisti, poi in tutto il mondo da parte dei negozi, che avvertirono la necessità di arrivare a una fascia di pubblico che andava allargandosi sempre più, grazie alla crescita della middle-class.

Prima pagina dell'Editto Pacca del 1820, volto a istituire cataloghi dei beni artistici in tutto lo Stato Pontificio

venerdì 8 maggio 2020

STEP #13, "Nel Settecento"

Nel XVIII secolo l'evoluzione del catalogo passò attraverso due momenti fondamentali.

Il primo, nella seconda decade del secolo, fu la pubblicazione da parte di Edmond Halley (a quanto pare senza l'autorizzazione dell'autore) della Historia Coelesetis Britannica di John Flamsteed, che introdusse un metdodo di catalogazione dei corpi celesti sistematico, meno machiavellico della nomenclatura seicentesca di Bayer. La cosiddetta Nomenclatura di Flamsteed è utilizzata ancora oggi per alcuni corpi celesti, come ad esempio 51 Pegasi e 61 Cygni.

Il secondo passaggio cruciale del secolo fu la comparsa in Italia dei primi cataloghi artistici, di cui si hanno attestazioni verso la fine del Settecento ai Musei Vaticani e alla Galleria di Mantova, poli artistici cruciali per la storia italiana.

Pagina della Historia Coelestis Britannica, nella quale si descrive la stella 3 Cas

giovedì 30 aprile 2020

STEP #12, "Età di mezzo" pt.2 (Umanesimo, Rinascimento, Seicento)

Solo con l'avvento dell'Umanesimo e successivamente del Rinascimento si avvertì la necessità di dare ai cataloghi un carattere più sistematico. Con la nascita della filologia, i letterati ebbero il bisogno di ordinare le opere oggetto della loro ricerca in cataloghi ordinati, che fossero consultabili agilmente e contenenti solo le informazioni necessarie a capire a cosa facesse riferimento il volume, senza dilungarsi, come in un catalogo moderno.

Se ci si sposta nei primi anni del XVII secolo, più precisamente nel 1611, appare a Parigi quello che si può definire come il primo catalogo moderno, sostanzialmente un elenco di medaglie e oggetti antichi, ordinati in un catalogo con le loro caratteristiche.
Si può considerare il catalogo di Parigi come lo spartiacque tra i cataloghi visti sinora nei post dedicati all'analisi storica e quelli che verranno negli anni successivi, impregnati del metodo scientifico e del pensiero illuminista.

Proprio del Seicento nacquero i cataloghi ragionati, elenchi con annotazioni e corredati da informazioni essenziali delle opere di un artista in modo tale da poter essere compreso e utilizzato da chi vada a utilizzarlo.

Catalogo della Biblioteca della Repubblica di Venezia pubblicato nel 1624

Sitografia:
Wikipedia (Catalogo - Catalogo ragionato)

mercoledì 29 aprile 2020

STEP #12, "Età di mezzo" pt.1 (Alto Medioevo - pre-Umanesimo)

Nei secoli successivi alla caduta dell'Impero Romano d'Occidente, la cultura e l'innovazione subirono un notevole rallentamento, influenzando gran parte degli ambiti della tecnologia.
Anche il catalogo, dopo essere arrivato al ruolo di strumento fondamentale per tutte le biblioteche nell'età classica (come descritto allo STEP #08 di questo blog), rimase appannaggio delle biblioteche, principalmente nei monasteri, dove gli amanuensi svolgevano il lavoro di copiatura dei testi, preservandoli dalla distruzione e conservandoli in biblioteche protette e ordinate, consultabili attraverso i vari cataloghi.
I cataloghi medievali di cui si hanno più notizie sono quelli delle abbazie di Montecassino e di Cluny.

Un esempio particolare di catalogo dell'epoca medievale arriva dal Medio Oriente, con Il libro delle stelle fisse  scritto dall'astronomo persiano ‘Abd al-Rahmān al-Ṣūfi nel 965 d.C. circa, nel quale vengono elencate e caratterizzate per colore, magnitudine, posizione e costellazione di appartenenza le stelle conosciute all'epoca dalla civiltà Persiana. Si può trovare una pagina dell'opera nel sito del Museo Galileo di Firenze, oltre a un video intitolato Le costellazioni di Al Sufi.

Pagina del Libro delle stelle fisse di ‘Abd al-Rahmān al-Ṣūfi (965 ca.) nella quale appare una tabella, presumibilmente riferita alle caratteristiche delle stelle catalogate in esso


sitografia:
Wikipedia (Catalogo - Libro delle stelle fisse - Catalogo astronomico - ‘Abd al-Rahmān al-Ṣūfi)

lunedì 27 aprile 2020

STEP #11, "In tempo di COVID-19"

Cosa sta succedendo al mondo? Negli ultimi mesi, stiamo sperimentando sulla nostra pelle un enorme cambiamento dei nostri stili di vita a causa della pandemia da Coronavirus.

In questo momento così delicato, in cui il flusso di informazioni giornaliero è arrivato a un livello tale da confonderci, la gente ha la necessità di avere certezze, di avere dati e notizie che rispecchino la situazione.
Ma l'opinione pubblica non è l'unica a necessitare queste informazioni, è fondamentale che anche chi ci governa e chi prende le decisioni per proteggerci sia dal contagio, sia dal tracollo economico, abbia fonti e dati certi su cui basarsi.

In questo contesto in Italia si inserisce perfettamente la Protezione Civile, l'ente pubblico incaricato della gestione di emergenze e criticità, che ogni giorno, a partire dall'inizio della diffusione del virus, alle 18 pubblica un bollettino, una sorta di catalogo, in cui vengono tabulati tutti i dati relativi alla pandemia, suddivisi per regioni, per tipi di casi (morti, contagiati totali, contagiati attuali e guariti) e con la registrazione dell'incremento giornaliero.
Tutti i dati sono inquadrati sia a livello nazionale, che a livello regionale, il che permette di capire perfettamente la situazione sui singoli territori, con l'obbiettivo di far ripartire subito le realtà meno a rischio, anche per fare da apripista a regioni che purtroppo stanno ancora pagando un caro prezzo.

Bollettino della Protezione Civile di domenica 26 aprile

Un altro sito che offre un catalogo aggiornato dei dati sulla pandemia, stavolta a livello mondiale, è Worldometers di, nel quale vengono raccolti i dati da tutti i paesi del mondo e suddivisi per le stesse categorie dei bollettini nazionali.

Parte della tabella Worldometers aggiornata a domenica 26 aprile

venerdì 24 aprile 2020

APPROFONDIMENTO - "Specchio dei nostri tempi"

La vendita al dettaglio è uno degli ambiti in cui viene maggiormente usato lo strumento del catalogo, in tutte le sue evoluzioni nel corso dei decenni.

A partire dal 1872, anno in cui a Chicago Aaron Montgomery inventò il primo catalogo di vendita per corrispondenza, il mondo del mercato subì una rivoluzione: non era più necessario passare per il negozio, si poteva comodamente richiedere un catalogo ai rappresentanti delle aziende venditrici, decidere se e cosa acquistare in totale comodità e infine ordinare i prodotti.

Nei suoi quasi 150 anni di storia, il catalogo ha sempre dovuto seguire le mode e i gusti del tempo, trasformandosi in un vero e proprio specchio delle abitudini e dei gusti della società, riflettendo anche i periodi storici, come ad esempio i cataloghi di moda di fine anni '60 con le prime minigonne nella Spagna ultracattolica e conservatrice di Francisco Franco, i quali scandalizzarono una parte dell'opinione pubblica da un lato, ma accelerarono la caduta di un regime ideologico che stava in piedi da tre decadi.

Un'interessante rassegna dei cataloghi commerciali dei vari decenni del XX secolo si può trovare sul sito Tiendeo, un noto blog di shopping e lifestyle.

Esempio di copertine di cataloghi storici presenti nella rassegna fatta su Tiendeo

lunedì 20 aprile 2020

STEP #10, "Un catalogo scottante"

Il cinema, "la settima arte".
La nostra vita è fortemente influenzata dalle produzioni cinematografiche, e anche un'azione così importante come la catalogazione non poteva esimersi da apparire in vari lungometraggi.

Una delle pellicole nella quale si affronta questo tema è "Il quinto potere" ("The fifth estate" in inglese, lingua originale), film del 2013 diretto da Bill Condon e interpretato da Benedict Cumberbatch e Daniel Brühl.
La storia che viene raccontata è quella di Julian Assange, noto fondatore del sito WikiLeaks, che insieme al suo collaboratore Daniel Domscheit-Berg decise di catalogare e pubblicare su internet migliaia di documenti top secret riguardanti migliaia di stati e personaggi di spicco dello scacchiere geopolitico mondiale, facendo venire alla luce il "marcio" del mondo moderno.

La creazione di Assange è un'enorme catalogazione di documenti, con il fine di rendere fruibili a tutti anche quei segreti che molto spesso le grandi organizzazioni statali e parastatali tendono a insabbiare, affinché ogni cittadino sia a conoscenza della verità.


Il trailer ufficiale (in italiano) del film

Sitografia: MyMovies

mercoledì 15 aprile 2020

APPROFONDIMENTO - "Universale"

La cultura, si sa, deve essere il più universale possibile. Proprio l'universalità è stato l'obbiettivo di secoli e secoli di ricerca e divulgazione scientifica. Sono stati scritti tanti libri, tante riviste, sono addirittura nati svariati programmi televisivi, ma nulla è stato così penetrante nella società come internet.

Proprio su internet abbondano le catalogazioni letterarie, storiche, scientifiche e di tante altre nature, digitalizzate e rese disponibili a qualsiasi utente dotato di un dispositivo e di una connessione internet.
Si parte sicuramente dalle più famose, come ad esempio Wikipedia, la più grande e completa enciclopedia online, sino ad arrivare ai siti delle università, con cataloghi ricchi di pubblicazioni e testi scientifici. Ne è un esempio la biblioteca del Politecnico di Torino, nel cui catalogo si possono trovare tesi, periodici, libri e materiale fotografico.

Altra iniziativa interessante è il Catalogo SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale), patrocinato dal Ministero per i beni e le attività culturali, che raccoglie online ben 17.998.140 notizie bibliografiche, tra cui libri, spartiti musicali, e contenuti multimediali. Grazie al Catalogo SBN, è possibile scoprire in quali sedi appartenenti alla Direzione Generale Biblioteche e Istituti Culturali (DGBIC) sono presenti gli articoli desiderati e mettersi in contatto via email per un eventuale prestito.

In conclusione, possiamo affermare senza timore di smentita che, grazie all'unione tra un'invenzione del passato, il catalogo, e un'innovazione degli ultimi decenni, il web, oggigiorno la diffusione della cultura è sempre più rapida e capillare, con la speranza di arrivare, chissà quando, a un mondo in cui il diritto di conoscere non sia più privato a nessuno.

Screenshot del portale multilingue di Wikipedia

venerdì 10 aprile 2020

STEP #09, "Artistico"

I cataloghi, grazie alla loro versatilità, sono entrati anche nel mondo dell'arte, non solo come strumento, ma in un certo seno anche come oggetto dell'opera.

Nell'opera L'arciduca Leopoldo Guglielmo nella sua galleria a Bruxelles (1651 ca.) di David Teniers il Giovane, pittore del barocco fiammingo, viene rappresentato l'arciduca che si aggira per la sua collezione d'arte, simbolo di magnificenza e importanza della corte fiamminga.
I quadri raffigurati sono stati poi raccolti nel catalogo d'arte dello stesso Teniers Theatrum Pictorium, pubblicato nel 1659.

In conclusione, si può considerare quest'opera come un momento di passaggio nella stesura del catalogo, in quanto rappresentazione stessa delle opere che poi andranno a finire nel catalogo, commissionato dallo stesso Arciduca raffigurato nel quadro.

L'arciduca Leopoldo Guglielmo nella sua galleria a Bruxelles, David Teniers il Giovane,
(1651 ca.), Museo del Prado, Madrid
Sitografia:
http://flaminiogualdoni.com/?p=6535
https://it.qwe.wiki/wiki/The_Archduke_Leopold_Wilhelm_in_his_Painting_Gallery_in_Brussels
https://en.wikipedia.org/wiki/The_Archduke_Leopold_Wilhelm_in_his_Painting_Gallery_in_Brussels

giovedì 9 aprile 2020

STEP #08, "In antichità"

L'origine del catalogo e del catalogare si perdono nei meandri della storia antica, l'unico mezzo a nostra disposizione per scoprire qualcosa di più è un'indagine a ritroso attraverso gli indizi che la storia ci lascia.

Partendo dal presupposto che senza scrittura non si può fare una catalogazione, si può partire dall'invenzione della scrittura, nell'epoca in cui la cultura fioriva nella Mezzaluna Fertile grazie a Sumeri, Assiri e Babilonesi. In questo periodo non si hanno riscontri storici di cataloghi sen non quelli delle biblioteche di Babilonia e Ninive, ma sicuramente la necessità di ordine dell'inventario portò anche i commercianti a creare un prototipo di quello che in futuro sarà il catalogo.

Per trovare per la prima volta la parola catalogo bisogna proseguire sino al periodo classico: già agli inizi dello sviluppo della civiltà greca, il termine κατάλογος [katálogos] viene utilizzato per indicare gli elenchi, le liste (καταλέγω, "enumerare", è la parola da cui deriverà catalogo) di persone o cose.
Un esempio dell'uso della parola nell'Antica Grecia è la definizione degli antichi grammatici, che definirono catalogo l'insieme delle truppe Achee enumerate da Omero nell'Iliade.
Un altro uso curioso della parola è quello fatto da Senofonte, storico e mercenario ateniese, che definì quelli del catalogo i cittadini ricchi e importanti, facendo probabilmente riferimento a una lista amministrativa di persone dal reddito elevato.

Nei secoli successivi il catalogo continuò ad essere usato, sia nei Regni Ellenistici (il catalogo della biblioteca di Alessandria d'Egitto fu il primo compilato in ordine alfabetico da Callimaco, noto poeta greco) sia nel Regno Punico, in particolare alla biblioteca di Cartagine, sia infine nell'Antica Roma, nella quale la parola greca fu trasformata nella forma latina catalŏgus, a conferma dell'enorme eredità che la cultura greca lasciò a Roma.

Tavola con caratteri cuneiformi che riporta il mito del diluvio dell'Epopea di Gilgamesh, conservata in antichità nella sopracitata Biblioteca di Ninive, attualmente conservata al British Museum di Londra


Sitografia: Wikipedia

lunedì 6 aprile 2020

STEP #07, "In versi"

Nella poesia, il catalogo viene citato dalla poetessa polacca Wisława Szymborska (1923-2012) nella sua composizione "Reciprocità", che si sviluppa intorno al gioco logico della necessità di avere un qualcosa per arrivare a un oggetto, una sensazione o un'azione dello stesso tipo di quella necessaria. Il primo verso della poesia fa proprio riferimento all'esistenza di cataloghi di cataloghi, per evidenziare la necessità di avere ordine anche fra gli stessi cataloghi, a causa della loro varietà.

Ci sono cataloghi di cataloghi.
Poesie sulle poesie.
Drammi su attori recitati da attori.
Lettere a causa di altre lettere.
Parole per spiegare parole.
Cervelli intenti a studiare il cervello.
Tristezze contagiose come una risata.
Carte che provengono dal macero di carte.
Sguardi veduti.
Casi declinati secondo i casi.
Fiumi grandi con serio contributo dei piccoli.
Boschi ricoperti di bosco fino al ciglio.
Macchine adibite a fabbricare macchine.
Sogni che all'improvviso ci destano dai sogni.
Salute necessaria per tornare in salute.
Tanti scalini a scendere quanti sono a salire.
Occhiali per cercare occhiali.
Respiro che inspira e espira.
E almeno una volta ogni tanto
ci sia l'odio dell'odio.
Perché alla fin fine
c'è l'ignoranza dell'ignoranza
e mani reclutate per lavarsene le mani.

Wisława Szymborska, "Reciprocità"


Mani che disegnano, Maurits Cornelis Escher, 1948


Sitografia:
Wikipedia (Wisława Szymborska)

sabato 4 aprile 2020

STEP #06, "Narrato" pt.2 ("Pensare/Classificare")

Una seconda attestazione della catalogazione nella letteatura è quella del libro Pensare/Classificare (Penser/Classer nell'edizione originale in francese) dello scrittore Georges Perec (1936-1982).

L'opera, un'antologia di racconti pubblicati da Perec negli anni sui vari giornali, attravera le varie sfaccettature del catalogare secondo l'autore.
Nei primi racconti l'autore cataloga la sua stessa produzione letteraria, per poi concludere con un racconto intitolato esattamente come il libro, nel quale si parla di varie forme di catalogazione ed enumerazione.

Copertina della prima edizione di Penser/Classer del 1985

Sitografia: https://fr.wikipedia.org/wiki/Penser/Classer

venerdì 3 aprile 2020

STEP #06, "Narrato" pt.1 ("La vertigine della lista")

Nella narrativa, uno degli esempi più lampanti di catalogazione è quello che descrive Umberto Eco nel suo romanzo La vertigine della lista (2009).

All'interno dell'opera, Eco affronta il tema delle liste e dell'enumerazione, partendo dall'elenco di navi achee fatto da omero nell'Iliade, per arrivare alle catalogazioni moderne, come ad esempio quelle zoologiche. Nonostante secondo Eco l'uomo sia portato a suddividere ciò che vede in categorie date dalle proprietà, non è presente nella storia un modo univoco per catalogare, ma bensì esistono vari modi, i quali possono sfociare anche nell'apparente caos ("la vertigine" del titolo fa proprio riferimento a questa confusione).

Per spiegare in poche parole quello che fa l'autore nel libro, si potrebbe dire che Umberto Eco studia non tanto le liste in quanto tali, ma bensì l'approccio che l'uomo ha con esse, e la necessità di vedere il mondo come ordinato e discreto, affinché gli si possa trovare un filo logico.
Copertina dell'edizione illustrata edita da Bompiani (2012)

Sitografia:
https://www.lucarosati.it/blog/vertigine-della-lista
https://www.foglidarte.it/fogli-freschi-di-stampa/288-vertigine-della-lista-di-umberto-eco.html

martedì 31 marzo 2020

STEP #05, "Pubblicità"

Il verbo catalogare si ritrova anche nella pubblicità, elemento fondamentale della nostra società
Nello spot Postalmarket del 1984 l'elemento centrale è proprio un catalogo, mezzo innovativo, quasi precursore di internet, che illustra al compratore i prodotti acquistabili, evitando di dover passare per un negozio fisico.

domenica 29 marzo 2020

APPROFONDIMENTO - "Metodo"

Si è iniziato a parlare di cataloghi e catalogare, ma esattamente, come si svolge il lavoro della catalogazione?
Si prenda ad esempio una biblioteca. Innanzitutto, si suddividono i libri in 10 classi, in base al loro contenuto.
Dopo questa iniziale divisione, si compie un'ulteriore cernita, suddividendo all'interno di ogni classe le opere in base a categorie più specifiche. Questo processo viene reiterato sino a quando non si giunge a una sequenza di classificazioni per il dato libro, le quali forniscono una visione generale del contenuto e del contesto nel quale è stata scritta l'opera.

La sequenza di informazioni può essere rappresentata da delle cifre messe in fila, come viene teorizzato nella classificazione di Dewey, usata al giorno d'oggi in tutte le biblioteche. Quei numeri incollati o scritti sui libri delle biblioteche sono proprio il codice che, ad un occhio allenato, può dire tutto sul libro che si ha in mano.

Libri di biblioteca che riportano in basso il codice di Dewey
Ecco un video che spiega in maniera più approfondita la classificazione di Dewey


Per avere più informazioni sulla catalogazione di Dewey si possono consultare:
Associazione Italiana Biblioteche
Sistema Bibliotecario Valdostano


venerdì 27 marzo 2020

STEP #04, "Immagina"

L'azione di suddividere e ordinare le cose secondo un ordine razionale è da sempre insita nella natura umana, e proprio per questo è stata più volte oggetto di miti e racconti fantastici nel corso della storia.

Probabilmente, l'esempio più lampante per noi uomini e donne occidentali viene dall'Antico Testamento, opera che permea la nostra cultura e il modo di pensare.
All'interno del libro della Genesi, si racconta di un enorme diluvio che si riversò sulla Terra, voluto da Dio per punire il comportamento empio degli uomini. Prima però di scatenare il dilvio, Dio decise di preservare tutte le sue creature che non sarebbero sopravvissute a un'inondazione globale incaricando il più giusto tra gli uomini, Noè, di costruire un'enorme imbarcazione, un'arca, e di caricare su di essa un maschio e una femmina di ogni specie.

Ecco quindi che Noè compì una sorta di "catalogazione biblica", cercando nel Creato tutte le specie di animali e scegliendone di ognuna un maschio e una femmina, con l'obbiettivo di permettere poi, una volta cessato il diluvio, la riproduzione degli animali e il ripopolamento della Terra.

Analizzando l'azione di Noè, si nota chiaramente che quella che mise in atto fu una catalogazione razionale della fauna terrestre, una sorta di inventario, con il fine di razionalizzare gli spazi disponibili, attraverso il quale riuscì ad avere sufficiente capienza per caricare sull'arca tutte le specie che Dio aveva indicato.

Il rilascio della colomba, Gustave Doré, 1866-1870

giovedì 26 marzo 2020

APPROFONDIMENTO - "Ad astra"

Nella storia i cataloghi sono stati utilizzati, grazie alla loro versatilità, in vari ambiti della cultura.

Un uso molto interessante è quello dei cataloghi astronomici, noti sin dall'antichità per la loro funzione di annotazione delle scoperte in un campo in continua evoluzione.

Un catalogo astronomico è un catalogo contenente tutti gli oggetti astronomici (stelle, pianeti, asteroidi, ...) scoperti, corredati da informazioni sulla loro scoperta, la posizione e le caratteristiche principali. Presenti già nel II millennio a.C. in Mesopotamia, col passare delle epoche si sono arricchiti, arrivando a comprendere tutti i corpi celesti conosciuti oggigiorno, raccolti in 2MASS (Two Micron All-Sky Survey), il progetto attualmente più avanzato di rilevamenti astronomici, compiuti tra il 1997 e il 2001, che hanno consentito di catalogare ben 500 milioni di stelle della Via Lattea e 1.5 miliardi di nuove galassie.
Nebulosa NGC 2024, contenuta nel catalogo 2MASS
Sitografia:
Wikipedia (Catalogo astronomico - Catalogo stellare)

mercoledì 25 marzo 2020

STEP #03, "Il miglior catalogatore"


Disegno realizzato a matita e china, intitolato
"Il miglior catalogatore"

Per la realizzazione del disegno, si è preso spunto da

martedì 24 marzo 2020

STEP #02, "Macchina del tempo"

Come è nato il verbo catalogare?
Domanda difficile, forse senza una risposta certa, persa nei meandri del tempo.
Sicuramente la strada più agevole è quella che passa per la storia del sostantivo catalogo, che nasce nell'antica Grecia, col significato di "raccogliere ordinatamente".

Non è certamente un caso che una parola con un significato così profondo e rilevante nell'ambito culturale nasca nell'antica Grecia, culla della civiltà occidentale, in un periodo storico in cui sono state gettate le basi di tutto quello che oggi noi studiamo.

Non è inverosimile immaginarsi in una polis della Penisola Ellenica, ad assistere a una lezione di uno dei padri delle scienze, magari in una piazza che in primavera si decora di fiori e profumo di macchia mediterranea, un Anassimandro o Talete qualsiasi, che con il fine di consultare meglio le proprie opere abbiano "raccolto ordinatamente" il loro sapere all'interno dei loro scritti, o magari abbiano catalogato le loro opere all'interno della propria biblioteca personale.

Lo sforzo di questi uomini non fu vano, perché dalle loro personali "raccolte ordinate", nel giro di qualche secolo, nacque la più grande e famosa catalogazione letteraria che la storia umana abbia conosciuto, la Biblioteca di Alessandria, voluta nel III secolo a.C. da Tolomeo il Filadelfo, re ellenistico, proprio con l'obbiettivo di raccogliere ordinatamente all'interno di un unico edificio tutto lo scibile umano, dando un enorme impulso allo sviluppo culturale dell'Occidente e del Mondo.

La scuola di Atene, Raffaello Sanzio, Palazzi Apostolici, Città del Vaticano, 1509-1511 ca.

lunedì 23 marzo 2020

STEP #01bis, "Dal mondo"

Ci siamo mai chiesti se le parole hanno sempre lo stesso significato per tutte le lingue?
Oggi troveremo una risposta a questo quesito, o almeno per la parola che ci riguarda, catalogare.

Francese: la parola cataloguer compare per la prima volta nel 1873, nel Dictionnaire de la langue Française, nel quale viene definito come l'azione di iscrivere un libro o un articolo a un catalogo secondo una suddivisione ordinata per classi.

Inglese: per la lingua anglosassone, la prima attestazione di "catalogare" (to catalogue) si ha più tardi rispetto agli altri paesi, forse a causa della non diretta origine dell'inglese dal latino. Essa appare per la prima volta nel 1927 nell'opera Scottish National Dictionary, ad opera di David Murray. La definizione è piuttosto curiosa e si discosta notevolmente dalle altre lingue, infatti essa afferma che "catalogare" è il dovere di un censore, una persona che controlli la presenza delle persone in una lista, e di annotare gli eventuali assenti.

Tedesco: nella lingua tedesca, la prima volta in cui si parla di "katalog", catalogo, è nel 1588, all'interno di un archivio di documenti commerciali riguardanti la città di Francoforte, come riportato sulla banca dati online Frühneuhochdeutsches Wörterbuch. In questo caso, la parola assume la più classica delle conntotazioni che gli si possono dare oggigiorno, ossia quella di una lista di articoli utilizzata in ambito commerciale.


Immagine presa da Pixabay-Open Source Images 
Autore: Ylanite Koppens

giovedì 19 marzo 2020

STEP #01, "Apertura"

Salve a tutti, quello che mi appresto a scrivere è il primo articolo di questo blog, dedicato al verbo "catalogare" e a tutte le sfaccettature che esso assume, tanto nel passato quanto nel mondo odierno.

Quello che oggi incomincia sarà un viaggio nel significato di questo verbo, osservando come, con l'evoluzione della tecnica e dell'ingegno umano, esso muti la propria forma, rimanendo però costante nel suo significato, il quale viene spiegato in maniera eccellente nel vocabolario online della casa editrice Garzanti (https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=catalogare)
È doveroso a questo punto dell'esposizione dare anche la definizione di catalogo, il sostantivo a cui fa riferimento catalogare, anch'essa estratta dal vocabolario online Garzanti (https://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=catalogo )
Prima di avventurarsi nella ricerca del ruolo storico e delle varie declinazioni passate e attuali del verbo in esame, è bene anche conoscere l'origine etimologica della parola catalogo, il sostantivo corrispondente, illustrata dal Vocabolario Etimologico della Lingua Italiana di Pianigiani, uno dei più famosi vocabolari etimologici italiani (shorturl.at/qxRST)
Dall'analisi del significato del nostro verbo, si evince dunque che quando si cataloga un certo insieme di cose, le quali possono essere le più disparate, si intende mettere ordine, rendere l'accesso ai vari elementi molto più agile, con il fine di migliorare la fruibilità dei contenuti.
Fatta questa doverosa introduzione, il lettore è adesso dotato di tutti gli strumenti necessari alla totale comprensione del percorso che si sta incominciando, con la speranza da parte di chi scrive che questa pagina, nel suo piccolo, si trasformi una piacevole lettura che possa portare a nuovi spunti e consideraizioni chiunque voglia fruire, all'interno del più grande e più eterogeneo catalogo che l'umanità abbia mai conosciuto, internet, di questo piccolo spazio.



Stockholms stadsbibliotek, Stoccolma, Svezia.


Un saluto e a presto,

A.M.