domenica 10 maggio 2020

APPROFONDIMENTO - "Mal d'archivio"

Nel saggio "Mal d'archivio: un'impressione freudiana" di Jacques Derrida viene evidenziato un problema della moderna società digitale: la cosiddetta archive fever.
Negli ultimi decenni, si è passati da l'accumulo di informazioni da parte di enti qualificati e preparati alla possibilità per chiunque sia dotato di un PC o di uno smartphone di accumulare foto, documenti, informazioni e dati. Tutto d'un tratto la società si è trasformata in un enorme gruppo di accumulatori seriali, più o meno legittimi, convinti di poter riordinare e accatastare tutto ciò che vogliono, generando un'enorme mole di dati, spesso insignificanti o scollegati fra loro, che gravano sulle spalle di chi agisce in questo modo e chi viene influenzato da questi individui.
Scollegandosi dall'aspetto prettamente legato alla catalogazione, si può anche dedurre che questa "perdita di legittimità" di chi accumula e ordina dati per vie ufficiali possa aver contribuito in qualche modo all'ascesa delle teorie complottistiche e delle fake news, spesso supportate da dati fasulli o privi di collegamento logico tra loro, uniti da legami forzosi e viziati più che altro dalla necessità di fare notizia o di screditare qualcuno, piuttosto che raccontare la verità.   

Copertina del saggio di Jacques Derrida


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