Come in qualsiasi ambito della vita, è sempre bene sapere di cosa si parla, conoscere il significato delle parole che si usano e si studiano, per capire da dove vengono e dove si vuole arrivare con esse, considerando anche la prospettiva globale della civiltà in cui viviamo oggigiorno, che impone di relativizzare il significato che diamo a ogni parola, perché magari per altre culture essa potrebbe avere altre accezioni o origini. Altra cosa giusta è avere un ordine mentale, e grazie alle mappe concettuali e agli abbecedari possiamo chiarirci qualsiasi ulteriore dubbio.
Prima di iniziare il vero e proprio viaggio nel tempo è utile andare a cercare come la nostra azione viene utilizzata nei vari ambiti della conoscenza: se in ambito mitologico essa è uno dei punti cardine della nascita della specie umana, in ambito poetico il catalogo diventa autore di se stesso, mente nella letteratura diventa un’arma che confonde gli uomini per la sua complessità, arrivando sino a spaventare gruppi di potenti per quello che può contenere, come nel film proposto. Nelle arti figurative il contenuto del catalogo è esso stesso soggetto dell'opera. Si ribalta la situazione quando è lo stesso catalogo a “servirsi” della scienza, quella della catalogazione, che attraverso criteri e norme teorizzate da vari esperti (Panizzi, Lubetzky, Dewey) si rende sempre più versatile, proiettandosi sempre più da un presente in cui ha ripreso forza grazie a internet a un futuro radioso, si spera costellato di nuove invenzioni.
Se si parla di futuro è necessario parlare anche di passato. Si è partiti dall'origine, ancora non del tutto certa, riconducibile forse già alle prime attestazioni di parola scritta, addirittura antecedenti all’arrivo del materiale che definisce per eccellenza il catalogo, la carta: nei primi periodi i cataloghi erano infatti scritti su tavole o pergamene. Si è passati poi a osservare le numerose diramazioni nei campi del sapere che il catalogo prese prima del Rinascimento, per poi fiorire grazie all’esplosione delle scienze, delle arti, e del commercio. Per concludere il viaggio, si è potuta capire l’attuale formula di catalogazione delle opere, stilata solo a metà del Novecento, ma già largamente teorizzata a partire dall’Ottocento.
Una volta avuta una panoramica dell’azione, è stato possibile e approfondire la sua vera essenza, partendo dalle regolamentazioni e tutele legali che essa ha per poi apprezzare appieno le geniali applicazioni che sono state fatte della catalogazione, dalla conoscenza all’onirico, passando per l'attuale situazione sanitaria, dal mondo del commercio all’astronomia, dal design alla semplificazione della vita quotidiana, sino alla sua presenza nelle colonne della cronaca e gli effetti non sempre positivi sulle persone.
Per concludere, vorrei semplicemente ringraziare chi legge, con la speranza che, come sognato in apertura, la lettura di questo piccolo spazio sia un momento di crescita personale e culturale.
Grazie, Andrea.
P.S. Non so come voi vi siate immaginati l'azione del catalogare, ma io ho provato a rappresentarla così.